Amicizia a 4 zampe


Avere un cane e avere un bimbo  è impegnativo. Entrambi vanno educati, va insegnato loro il rispetto reciproco senza pretendere l’impossibile.

Il nostro chiwawa è con noi da 7 anni. Si chiama Jovi, che non è il diminutivo di Giovanni ne il vezzeggiativo di Giove, come hanno ipotizzato in molti. Si chiama Jovi a causa dell’insana passione mie e di mio marito per i Bon Jovi, e per il loro leader in particolare. E poi non è il solito chiwawa con occhi pallonati e muso schiacciato, ma ha un musino davvero grazioso. In compenso ha delle orecchie che gli hanno fatto pienamente meritare il soprannome di Dumbo. Fino a qualche mese fa Jovi era il principino di casa… dopo anni di lotta ha vinto il suo posto sul divano, anche perché non si poteva non premiare la sua tenacia nel volerlo a tutti i costi.. e poco importa se ormai aspirare i suoi peli, è diventato un gesto normale quanto lavarsi la faccia al mattino. Inutile dire che sono stata io a volerlo a tutti i costi, e che poco dopo “lui ha scelto” mio marito come degno compagno di bisogni mattutini, pomeridiani e serali. E che “preferisce” di gran lunga che la ciotola gli venga riempita sempre dal suo padrone preferito!!! Insomma è Pietro che si occupa di lui all’80%, io prevalentemente mi diverto a tirargli la pallina, dargli qualche rimasuglio mentre preparo la cena e sgridarlo quando fa qualcosa che non deve fare. Ma lui è un cane obbediente e difficilmente fa qualcosa per cui debba essere rimproverato. Niente ciabatte mangiate o sedie rovinate… niente bisogni in giro per casa o abbai incontenibili. Non so è questione di culo o del fatto che abbiamo speso davvero tanto tempo per cercare di rendere gestibile questa convivenza, ma ad oggi devo dire che stiamo raccogliendo dei buoni frutti e la vita insieme è molto serena, per noi e per lui…. Almeno fin quando non è arrivato l’altro principino.  C’è però da dire che Jovi è  anche molto stronzo! Non ama i bambini… non li ha mai amati, e a volte non ama neanche gli adulti. E come dimostrarlo se non mostrando e volte facendo assaggiare i suoi dentini piccoli ma affilati??? Negli anni abbiamo imparato a gestire queste sue emozioni, raccomandandoci con i bimbi che appena lo vedono gli corrono incontro per accarezzarlo, di non farlo. Con i genitori abbiamo perso le speranze, perché il più delle volte sono proprio loro ad incoraggiare i loro figli ad accarezzare il “cagnolino”, e spesso, nonostante il nostro invito a non farlo, non si perdono d’animo. Ma jovi non è che non ama i bambini perché è un classista, semplicemente è spaventato dai loro modi caratterizzati dall’irruenza tipica di una certa età!
Ed è così che ad un certo punto, nella tranquilla vita di un cagnolino “da appartamento”, è arrivato Federico. Questo scricciolo d’uomo che dall’alto dei suoi 3,5 kg per 53 cm (appena nato), sapeva bene come farsi sentire. E Jovi lo sentiva ancor prima di noi. Tanto che da Dumbo il suo soprannome si è trasformato in Ostetrico, sempre sull’attenti. Non vi nascondo che appena arrivati a casa non ero proprio serenissima al riguardo. Appena Federico emetteva un qualsiasi rumore,  scoreggie comprese, jovi abbaiava. E non perché, come in molti hanno detto, voleva avvisarci che il nuovo arrivato aveva bisogno. Macchè.. lui abbaiava perché nel suo appartamento, tra le braccia del suo amato papà, sul suo tanto desiderato divano, non c’era lui. Ma un altro!  E così, per me e mio marito è iniziato e mai terminato, un lungo lavoro di accettazione reciproca per i due monarca di casa, un pochino avvalendoci di consigli trovati qua e là sul web e un pochino andando a sentimento. E’ verissimo che  rimproverare un animale per qualcosa che ha sempre fatto e per cui magari si è anche riso, non va sempre bene. Ma è anche vero che alzare la voce dicendogli alle volte un secco e deciso NO, non è fonte ne di frustrazione ne di rabbia per lui. E i NO, in casa nostra fioccano. Dapprima solo per Jovi, e adesso quasi esclusivamente per il suo amico. All’inizio infatti Fede non lo considerava minimante. Si limitava a mangiare, a piangere e a fare i suoi bisogni… ed è stato proprio approfittando di questa sua momentanea incapacità di rivolgersi a lui, che abbiamo iniziato a farli conoscere.  Quando ero sul divano ad allattare, e inizialmente solo quando c’era mio marito eventualmente pronto ad intervenire, lasciavo che l’ostetrico si avvicinasse a noi e annusasse il suo nuovo futuro migliore amico. E Fede ogni tanto si muoveva, man mano che passavano i giorni sempre di più… e jovi si spaventava e andava via. Non abbiamo mai insistito perché rimanesse, perché se c’è una cosa che ho imparato, è che quando un cane è spaventato, può essere molto pericoloso.  E più passava il tempo è più i movimenti decisi e sempre più frequenti di Fede, iniziavano a non sembrare più un problema per lui. Finche un giorno, con mia profonda commozione Jovi lo ha “baciato” sulla manina. E poi sul faccino. E no, non sono una di quelle che fa una tragedia se il suo cane da una slinguazzata al pargolo. Certo, non gli permetto di ” lavargli la faccia”, come adesso spesso accade quando non sono super vigile, ma, almeno per noi, questo non costituisce un pericolo imminente di chissà quale infezione batterica.  E poi,  una sera, mentre eravamo tutti sul divano a vedere Grace Anatomy,  Jovi ha deciso che Federico poteva diventare suo amico, perché ha fatto quello che ama fare solo con i veri amici. Portargli la sua pallina. E giuro che sono state lacrime di gioia.
Ma nel frattempo non è mancato qualche spavento. Perché, come già detto, la nostra rock star, sa essere anche molto molto stronzetta. E una sera, mentre già ci stavamo abituando a questa nuova amicizia tra i due, i denti si sono fatti vedere, ma per fortuna non sentire. Fede, che non si è accorto di nulla, agitava energicamente la sua manina e continuava ad emettere i suoi urletti. E lui, evidentemente convinto che potesse essere un pericolo, ha ringhiato, scattando in avanti con la testa come per volerlo mordere. Per fortuna mio marito è riuscito ad intervenire prontamente, ma non ha saputo mantenere la calma ed ha iniziato a rimproverarlo a voce molto alta, non facendogli mancare anche una bella sculacciata, forse due.  Non so se quella volta jovi ha capito che quel gesto non si fa, e, anche se in un primo momento ho temuto che mio marito non avesse fatto altro che peggiorare le cose, episodi simili non si sono più ripetuti. E di sicuro noi abbiamo imparato che non bisogna mai abbassare la guardia, soprattutto con un lattante che sa bene come tormentare un cane.
Ad oggi la situazione è abbastanza buffa. Perché Federico, ormai da un po’, ha iniziato a muoversi “autonomamente”, e striscia (perché non ne vuol sapere di gattonare), che è una meraviglia. Le sue mete preferite sono gli spigoli, che abbiamo tappezzato con  paraspigoli di ogni tipo, e Jovi quando è nei paraggi. Inutile dire che le orecchie del mal capitato, sono fonte di molta curiosità e gioia per mio figlio, soprattutto quando riesce ad afferrarle. E la coda? Bhe non c’è bisogno neanche di dirlo. Ma ne io ne mio marito stiamo  li, inermi, a farci delle grasse risate quando questo accade, anche se la tentazione è tanta. Al contrario rimproveriamo Federico, che per il momento ancora non ha ben chiaro il significato della parola NO, ma intanto iniziamo ad inserirla nel suo vocabolario e Jovi, forse, si sente un pochino difeso. E poi, adesso che dal seggiolone piove la cena, la merenda e soprattutto i plasmon, tra i due è amore, anche quando vola la fattoria parlante. Ma va beh… diciamo che per il momento possiamo ritenerci soddisfatti di questa nuova bellissima amicizia, che ha ancora bisogno di molto tempo perché diventi sicura, e forse mai lo sarà al 100%.  Jovi continua, quasi sempre, ad essere presente nelle nostre gite e nelle nostre passeggiate, e Fede sembra accettare molto bene la condivisione del passeggino. Ma noi non abbassiamo mai la guardia, perché per quanto di famiglia, i nostri amici a quattro zampe sono imprevedibili, come del resto noi umani.
Il mio consiglio, quando un cane e un bimbo condividono lo stesso tetto, è proprio quello di non rilassarsi mai troppo, ma di prendersi del tempo per far si che i due coinquilini si conoscano senza fretta. Niente manuali o libretti magici su come fare, solo tanta pazienza e spirito di osservazione.

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