Il nido, le maestre e noi mamme rompiscatole

Mio figlio frequenta un nido. E non starò qui a raccontarvi che credo ciecamente  nel lavoro delle educatrici, che adoro l'idea che venga "tirato su" da poco più che estranee, e che vado pazza per il fatto che passi 10 ore a stretto contatto con microbi, batteri, virus e quant'altro. Ma io sono sempre quella che vive lontana dalla famiglia di origine e che non può e non vuole pagare 800  euro (almeno) per una baby sitter che stia in casa tutto il giorno a fare chissà cosa. E certamente, se avessi potuto, qualche anno in casa ad impazzire con mio figlio, lo avrei passato volentieri. Ma tant'è.. io devo lavorare, mio marito pure e Federico va al nido da quando aveva poco meno di 6 mesi. E obbiettivamente, quelle "sconosciute", fanno davvero bene il loro lavoro. Anche se ci ho messo un po per capirlo.
Lo scorso anno invece, ne ero abbastanza certa. Lo lasciavo al mattino che neanche si girava per salutarmi, e avevo fatto una settimana intera di ambientamento, tanto che ad un certo punto mi sentivo pronta per intraprendere il lavoro di Tata. Ho avuto tempo e modo di conoscere bene le insegnanti e di vedere il loro approccio con i bimbi. Bimbi molto piccoli, che a malapena si rendevano conto di dove fossero e del perchè. Bimbi che al mattino piangevano molto poco, se non per nulla. E andavo in ufficio serena e sorridente. Anzi no... alcune volte ammetto che di esserci rimasta male, quando Fede, infastidito, mi allontanava alla 200esima volta che gli dicevo" CIAO AMORE, LA MAMMA VA VIA MA TORNA PRESTO". 

Poi l'anno scolastico è finito, e a settembre ho conosciuto le nuove insegnanti. Dello scorso anno, solo una ha confermato la continuità, le altre le avevo a malapena intraviste. E all'inizio Federico sembrava aver preso bene questo cambiamento. Ma dopo qualche giorno ho provato  quell'angoscia che prova il 70% delle mamme di tutto il mondo." Il saluto".  
Fede, ad un certo punto ha iniziato a piangere già da quando entravamo in classe, e si attaccava alle mie gambe quando facevo per andarmene. La disperazione fatta marmocchio insomma. E la situazione si acutizzava in base alle maestre che c'erano al mattino. E ovviamente, non ho potuto fare a meno di notare quale fosse la mastra che "conteneva" di più questa disperazione. 
E non sono stata l'unica. Perchè molti, di noi genitori, si sono posti la stessa identica domanda. "Perchè lo scorso anno non piangevano? Cosa c'è quest'anno che li turba?" E poi si sa come vanno queste cose....Puntuale come un orologio svizzero arriva il messaggio in chat della più "temeraria" che chiede una riunione straordinaria per motivare le lacrime mattutine di suo figlio. E dopo una serie di domande/risposte di mamme e papà in ansia, in men che non si dica, la riunione è stata convocata. 

Ammetto di essere partita carica, con la mia lista mentale di cose da chiedere. "Perchè mio figlio quest'anno, quando torna a casa, ha sempre il musino sporco?". Oppure " Mio figlio al mattino piange già quando saliamo in macchina, cosa che lo scorso anno non capitava, come mai?". E  ancora " A casa fa il riposino anche al mattino, perchè qui non perdete un po più di tempo per farlo dormire?". E, a giudicare dalle facce degli altri genitori, non mi ci è voluto tanto a capire che non ero l'unica ad essere entrata con  "il piede di guerra". Ma dopo una breve presentazione, le maestre ci hanno mostrato un filmato. Ed eccoli li.. 18 marmocchi scalmanati che corrono per la classe, che giocano e interagiscono tra di loro, che colorano con le tempere e gli acquerelli, che vanno in giardino a raccogliere i fiori e le foglie. 18 bambini poco più grandi di un anno che mangiano a tavola composti, e tutto. Verdure comprese. 18 bambini che dopo pranzo vanno a letto, e dormono almeno 2 ore. 18 bambini che fanno giochi e attività che a casa, dubito che un genitori si sogni di fare. Perchè non so voi, ma io delle tempere in mano a mio figlio,  gliele metterò in mano a 18 anni compiuti almeno, quando sarà grande abbastanza  per ripagare i danni. 18 marmocchi seguiti da 3 tate. Roba che io, a tener a bada "solo" al mio , arrivo alla sera demolita. 
Insomma, non serve dire che tutte le domande hanno avuto le loro risposte, ancor prima di essere fatte. 

E così ho capito che se Federico, quando torno a prenderlo ha il musino  sporco è perchè ha giocato, ha colorato e magari ha provato a mangiar da solo. Ho capito che se piange è perché, a differenza dello scorso anno, è più grande e consapevole e apprezza di più i momenti che passa con me, tanto da soffrire al momento del distacco. Ho capito ancora una volta che se non vuol fare il riposino al mattino, è perché è circondato da amici e amiche con cui giocare e divertirsi. E non ha la mamma che dopo mezz'ora ha finito il repertorio delle canzoncine e dei balletti scemi. Ma ha delle maestre che non si esauriscono mai... altro che dormire.
Certo, la sera non sarà un gioiellino di ordine e pulizia, e a buon bisogno sarà così noioso e stanco che puntualmente maledirete la scolarizzazione e tutto ciò che ne consegue. E di certo il numero delle lavatrici si moltiplicherà a dismisura, come le vostre visite da Kiabi alla ricerca di pantaloni e t-shirt low-cost. Ma sono bimbi, e se non hanno loro il diritto di giocare e sporcarsi chi ce l'ha allora?

Insomma, ad ognuno lasciamo il proprio lavoro. Alle tate il compito di seguirli durante il giorno, certe delle loro competenze e della loro creatività. A me? Non è abbastanza ovvio? Ma certo...quello della mamma rompi scatole.




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